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mercoledì 14 settembre 2011

Lou Reed - Palasport 12 Febbraio 1975 Torino

Una cosa che non ho mai capito ed ancora oggi mi tormenta è ....... ma perchè Branduardi????

Lou Reed è l' unico musicista di cui ho comprato tutti i dischi appena uscivano (compreso Metal Machine Music) dal 1972 fino al 2004, non l'ho mai abbandonato neanche nei suoi momenti peggiori (Growing up in public, Mistrial). Di lui ho recuperato tutto quello che aveva inciso coi Velvet Underground (nel 67/68 ero troppo piccolo per arrivare ai Velvet, stavo ancora dalle parti di Little Tony) e considero Berlin uno dei dischi più belli della storia del rock (e non solo).
In quel febbraio del 1975 avevo appena comprato Sally Can't Dance e mi ero ritrovato un Lou Reed biondo ossigenato che strizzava l'occhiolino al rhythm'n blues (con persino delle sezioni di fiati) e quindi quella sera me lo aspettavo biondo..... e invece niente.... quella sera di Sally Can't Dance neanche l'ombra, come se non fosse mai uscito.... più tardi si venne a sapere che Lou ha sempre odiato quel disco.
Il concerto è più o meno quello di Rock'n'roll Animal ed è con quel look che si presenta, calzamaglia nera attillata, capello corto, occhiali neri...... emozione indescrivibile perchè in realtà era quello il Lou Reed che avrei voluto vedere (Anche se nel mio infinito amore gli avevo già perdonato il biondo.... e poi Sally Can't Dance non è un brutto disco... anzi contiene alcuni pezzi decisamente belli come "Baby Face", "Billy" e soprattutto "Kill your Sons"). Non concede molto allo spettacolo e non si abbandona a gesti plateali (tipo dai tutti insieme... battete le mani! o stravaccarsi a terra etc.), solo qualche mossettina ogni tanto, ma per la maggior parte del tempo se ne stà sobriamente ritto dietro al microfono quasi immobile. Il giorno prima mi ero riascoltato tutto Berlin e mi beavo del fatto che la moderna tecnologia permetteva ad un tizio di New York di registrare la sua musica su di un pezzo di plastica e farla arrivare fino a Cavagnolo dove io potevo ascoltarla e in qualche modo condividere le sue emozioni e creare una specie di contatto "mentale". Gli String Driven Thing proprio non me li ricordo e di Branduardi ne avrei fatto volentieri a meno.

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